L'Italia è uno dei paesi più industrializzati al mondo. L'economia e la finanza italiana fino a qualche decennio fa contavano su produzioni artigianali e manifatturiere uniche al mondo. Il made in Italy era sinonimo di qualità e pregio stilistico. Calzature, abbigliamento, gastronomia, motori e oreficeria erano i settori trainanti di un'economia florida e prospera. Negli ultimi anni si sta assistendo ad una recessione che coinvolge in modo considerevole l'economia e la finanza italiana. L'avvento di prodotti esteri e al contempo l'esportazione di società di capitali ha provocato una stasi economica senza precedenti. In ultimo, sempre un numero sempre crescente di professionisti prepara le valige per trovare opportunità in altri stati europei o in America. L'idea generale è che non si guarda con ottimismo al futuro. Negli anni '70 gli italiani erano spinti da una forza motivazionale verso lo sviluppo economico. Oggi, la maggior parte della gente guarda sfiduciata gli anni a venire.
Cosa ha portato il Bel Paese a diventare una macchina in cui gli ingranaggi funzionano a singhiozzo? Le cause vanno da ricercare nei governi che si sono succeduti, nel fallimento dell'euro e nella poca tutela del patrimonio nazionale. L'adesione alla UE, sicuramente, ha portato dei benefici. Mettendo in rapporto questi ultimi, però, con gli svantaggi derivati, il rapporto pende a favore dei secondi. Le rigide disposizioni cui gli stati devono sottostare non sempre sono un bene. Si perde l'identità nazionale. Prodotti che contraddistinguono un paese vengono messi in discussione da direttive promulgate senza tenere conto dei singoli stati. L'economia e la finanza italiana ne hanno risentito parecchio dovendo rinunciare a produzioni e commercializzazioni che portavano grandi profitti. Basti pensare alle quote latte, alle leggi sull'olio d'oliva, per non parlare di tutti i tentavi di copiare prodotti italiani come, ad esempio parmigiano reggiano, vino e altri prodotti del settore enogastronomico. L'Italia non è un paese visto con l'ottica degli investimenti. Le aziende estere che vogliono condurre attività sul territorio si guardano bene dal farlo, in quanto la paragonano alla Grecia. Il primo elemento di cui si avvalgono nella valutazione di fattibilità è l'elevato debito pubblico. Il Bel Paese, secondo alcuni, infatti, sarebbe a rischio di crollo finanziario. La crescita rasenta lo zero e la politica italiana non fa nulla per sponsorizzare la ripresa. L'Italia, però, non corrisponde al profilo descritto. Gli italiani sono tra i migliori risparmiatori al mondo. Inoltre, l'indebitamento privato è tra i più bassi in assoluto. Ogni volta che si parla di adeguamento alle direttive l'Italia provvede nell'immediato anche se spesso non viene considerata quando, invece, bisogna ridistribuire dei ""bonus"". L'economia e la finanza italiana ha tutte le potenzialità per risollevare le sorti di questo grande paese che ha avuto la forza di rialzarsi dopo due grandi eventi bellici.
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